#darkfriends – Giuseppe Lo Bue

Un altro protagonista del mondo della notte. Poliedrico, ma sempre votato al mondo oscuro che tanto amiamo. Una lunga esperienza e molto da raccontare.

Da Bologna, quattro chiacchiere con il dark friend Giuseppe Lo Bue.

Musicista (con i Caron Dimonio): uno dei “mestieri misteriosi” fra i più misconosciuti i Italia, che spesso obbliga ad averne un altro di più stabile e meglio retribuito. È possibile fare musica a tempo pieno oggi come oggi? Quali sono i principali sacrifici e le grandi soddisfazioni che li compensano?

In Italia, per quel che riguarda la  musica alternativa, a parte rarissimi casi, credo sia impossibile considerarlo un lavoro a tempo pieno. Come vedi mi occupo anche di organizzazione eventi, solo con i Caron Dimonio sarebbe molto dura.

La mia opinione è che creare musica (e arte in generale) sia, comunque vada, un gesto da condividere, se la musica che crei arriva alle persone, se si crea un legame emotivo con chi ti ascolta, ti senti capito e gratificato. Ovviamente lo farei anche se non mi ascoltasse nessuno, è già gratificante e catartico di per sé l’atto creativo, ma se riesco a regalare delle emozioni mi sento più ricompensato. Durante un concerto è bello sentire che il pubblico si emoziona e percepire che il tuo messaggio sta arrivando.

Organizzatore di concerti ed eventi (con Atmosphere), un altro ruolo da veri eroi (spesso purtroppo interpretato da… “buontemponi”), che solo un’enorme passione può portare a rivestire. Quali sono gli aspetti più interessanti di questo lavoro?

Grazie per l’eroe 🙂

La parte più interessante, oltre al fruire dei concerti, è stare a contatto con i frequentatori delle serate, chiacchierare del più e del meno, ma anche scambiarsi opinioni che riguardano politica, musica, arte ecc. Sono persone con cui generalmente condividi molto, di conseguenza diventa spontanea e gradevole la conversazione. Stessa cosa con i musicisti che inviti o gli addetti ai lavori del settore, con quelli che coinvolgo, spesso, alla fine della serata si va a casa di qualcuno per fare un po’ di chiacchiere fino al mattino. Capitano anche episodi spiacevoli, ma per fortuna è raro.

Con in Caron Dimonio hai calpestato moltissimi palchi e li hai condivisi con altrettante band. Qual è la “collaborazione nel cassetto” che ancora sogni di realizzare? 

Mi sarebbe piaciuto fare un pezzo con Luis Vasquez (Soft Moon), ma credo sia un po’ tardi. Poi mi piacerebbe usare la voce di Pierpaolo Capovilla (One dimensional man, Teatro degli orrori) in un mio pezzo, magari un giorno glielo propongo.

Tutti quelli che ci sono stati mi dicono: vai nei club dell’Emilia Romagna, lì è tutta un’altra storia, un altro ambiente, altro che gli spaventapasseri che avete qui nel Nordest! Dicono la verità?

Assolutamente no, per quella che è la mia esperienza ci sono degli ottimi club anche nel nord est, anche ottimi promoter, con alcuni di loro sono in buonissimi rapporti.

Non solo musica: nella vita è lecito avere anche altre passioni! Ce ne racconti qualcuna di tua, veramente strana?!

Mi piace molto andare in montagna e passeggiare per i boschi da solo, molti testi e parti vocali delle canzoni dei Caron Dimonio nascono o vengono perfezionati in queste passeggiate: immagina di vedere un tizio con un bastone da trekking che parla o canticchia da solo 🙂

Faccio spesso ricerche su internet e seguo sui social gente che fa trekking o semplici appassionati di montagna. Trovato il posto “giusto”, preferibilmente non turistico, studio il percorso (ci sono molte mappe su internet) e parto.

Non la reputerei però una passione strana 🙂

Mi piace pensare che il “dark” non sia solo una subcultura fatta di musica, cinema e abiti scuri, ma che abbia a che fare anche con un modo di essere e di sentire estremamente personale. Posso chiedere che cosa ha “dipinto di nero” la tua vita e che cosa questo stile rappresenti per te?

Fin da piccolo, in modo molto naturale e istintivo, mi sono sentito attratto da film e libri che trattassero tematiche thriller e horror, diciamo che sono nato con questo “modo di sentire”.

Il mio primo approccio con questo mondo è stato tramite una raccolta di racconti di Edgar Allan Poe, che finì tra le mie mani per caso in quinta elementare.

Tre dischi, libri o film che porteresti su un’isola deserta.

Ti elenco le prime cose che mi vengono in mente

Film: Stalker (Andrej Tarkoskij), Cuore di vetro ( Werner Herzog), Il padrino parte II  (Francis Ford Coppola)

Libri: Aurora nel buio (Barbara Baraldi), Il suggeritore (Donato Carrisi), La trilogia della città di K (Agota Kristof)

Dischi: In utero (Nirvana), Siamese dream (Smashing Pumpkins), Tabula rasa elettrificata (C.S.I.)

Una frase da incidere all’ingresso di ogni live-club, rivolta agli spettatori. Divertitevi, emozionatevi, arrivate in orario e non rompete 🙂

Un abbraccio virtuale a Giuseppe, sperando di organizzare a brevissimo una bicchierata anche in compagnia di Elisabetta, che ringrazio per il tramite!