Un suono cupo e sfumato, perfettamente coerente con il momento storico (2021). In questo mood abbiamo incontrato Cristiano Biondo, Giuseppe Taibi e Mario Dada d’Anelli.
Il biglietto da visita: raccontateci l’origine del nome della vostra band…
C: Cercavamo un nome evocativo e classico allo stesso tempo. Qualcosa che lasciasse libera la fantasia dell’ascoltatore nel seguire il suo volo sonoro su un continente fantasma. Poi naturalmente un richiamo alla narrativa fantastica e scapigliata di fine ‘800.
In che modo le vostre provenienze e le vostre esperienze come singoli contribuiscono alla creazione del vostro suono?
C: La libertà è il dato fondamentale del nostro progetto. La possibilità di sperimentare singolarmente e ritrovare l’incanto di un’inaspettata armonia. Proveniamo da gruppi musicali differenti con cui Peppe e Mario lavorano ancora (Two moons e Black veils), ma il progetto European Ghost è una lucida scheggia impazzita che rivela parti nuove e ferine di noi
Musica e cultura: in Italia la cultura musicale è molto povera e la propensione a nuovi ascolti molto debole. Nonostante il panorama artistico sia potenzialmente molto vivace e la qualità dell’offerta elevata, spesso sembra non esserci un riscontro proporzionato. Dove stiamo sbagliando?
C: L’errore è a monte. Il nostro Stato depaupera e svilisce da sempre la cultura. Occorrerebbe anche una maggiore solidarietà nella scena underground con un reciproco supporto tra band e locali .
Qual è il brano a cui siete più legati, sempre che se ne possa scegliere uno?
C: Forse Dream house, un brano malinconico e potente, evocativo.
Potete fare un ringraziamento speciale ad una persona speciale.
C: Non ci sentiamo di ringraziare una sola persona, certamente i nostri ascoltatori e le due etichette discografiche francesi che han creduto in noi!
EDIT 2024: una delle interviste #darkinsight più incisive e focalizzate. Ebbene… il fantasma aleggia ancora fra noi… naturalmente online su Facebook e Bandcamp.