Quattro chiacchiere con una vecchia conoscenza della scena dark veneta, Mauro Franceskein, che ci racconta, fra le altre cose, del nuovo lavoro degli A Void Dance.
Mauro, per chi non ti conoscesse sono doverose le presentazioni. Facciamo quindi una tua carta d’identità: professione? Passioni? Segni particolari?
Innanzitutto grazie a te e un saluto a tutti i lettori di Dark Pages! Sono Mauro, nella vita percuoto tamburi e piatti da più di trent’anni e mi occupo di stampa digitale (da un po’ meno tempo). Le mie passioni sono principalmente la musica ovviamente suonata, ma anche tanto, tantissimo, ascoltata. Prediligo i generi non mainstream, con una particolare attenzione all’Ebm vecchia scuola. Inoltre sono un cultore di tutto il cinema horror fino alla prima metà degli anni ’80.
In anni e anni di serate in giro per l’Italia e l’Europa avrai visto situazioni (locali, dj set, eventi, concerti) un po’ di tutti i tipi. Fuori dal Veneto cosa si trovava un tempo e cosa si trova oggi di sostanzialmente diverso, che qui magari viene trascurato o snobbato?
Credo che negli ultimi anni ci sia stata un’inversione di tendenza riguardo alle serate dark e affini. Se negli anni ’90 per sentire qualcosa di diverso dai soliti Cure, Sisters o Joy Division si andava fuori regione per ascoltare Ebm o Gothic Rock, grazie anche alla bravura nella ricerca di un sound particolare dei dj dell’epoca, adesso che tutto si trova facilmente online possiamo sentire nei vari dancefloor proposte meno consuete.
C’è da dire però che questo ha portato a un appiattimento da parte delle persone, ovvero la quasi totale mancanza di curiosità nel voler approfondire un determinato genere o un determinato gruppo. Spesso la gente esige un determinato brano senza rendersi conto che della stessa band magari ce ne sono di migliori.
A tal proposito ho sempre pensato che c’è una grossissima differenza tra dj e selezionatori, dove i primi tendono a divulgare il più possibile nuove sonorità, che possono avere anche trenta o quaranta anni, ma mai (o raramente) proposte prima. L’altra faccia della medaglia è la mania di accontentare la maggior parte dei presenti alle serate.
Da dj, musicista ed esponente della “vecchia guardia”, quali talenti riconosci fra le tante band emergenti contemporanee, italiane o straniere?
In questi anni ho conosciuto una marea di band, sia di persona che anche grazie ai suddetti dj. Ce ne sono di molto valide, come i 30 Denari che come noi hanno da poco pubblicato il loro primo Ep e che dal vivo sono veramente coinvolgenti, oppure i Mal di Luna da Trieste o i NOKTVA.
Invece, di progetti stranieri ve ne consiglio uno in particolare, a nome Snakeatsnake dalla Bulgaria, che da poco ho avuto modo di vedere dal vivo. Potentissima one man band che rispolvera quell’Ebm old school di stampo belga a me tanto cara.
Ma veniamo al progetto A Void Dance. Come si muove una band, oggi, in un mondo sovraccarico di nuove proposte, in cui si può arrivare ovunque in un clic, ma in cui sembra impossibile riuscire a inventare qualcosa di davvero originale?
Come dice la nostra bio siamo quattro vecchi ragazzi che si divertono anche suonando solo un paio d’ore in sala prove, senza avere la pretesa di inventare qualcosa di nuovo. Prendiamo tutto alla leggera, senza smania di protagonismo, cercando però di fare tutto con la massima professionalità. Ho sempre pensato che essere umili in questo ambiente alla lunga paga.
Il vostro album è dichiaratamente frutto di molte contaminazione stilistiche diverse, ma c’è un brano che rappresenta la band meglio di altre, una sorta di manifesto?
Personalmente mi sento di dire che DEADMOON è il brano che più si avvicina al concetto di manifesto degli A Void Dance. È chiaramente quello che richiama le sonorità più scure e allo stesso tempo energiche della musica goth. Mi vengono in mente band tipo i Dreadful Shadows per azzardare un paragone.
Prossimi eventi live per A Void Dance?
Faremo la nostra data “zero” sabato 25 maggio in Villa Albrizzi a San Zenone degli Ezzelini, dove apriremo il concerto degli LDV da Udine. Saremo poi il 13 Luglio al festival Ghosts in the Trees all’Ekidna di Carpi, organizzato dal mitico Gianfranco di Grotesque.
Nell’estate ci occuperemo della scrittura di nuovi brani e per la prossima stagione siamo già in trattativa per suonare in alcuni locali del nord Italia. Tenete d’occhio la nostra pagina per avere news.
Una domanda che ho già rivolto agli Ask The Dust e con cui mi piace punzecchiare in generale quelli della… “giusta età”! Anni Ottanta, croce o delizia?
Ritornando alla seconda domanda direi croce, se ci si ferma alle solite cose trite e ritrite alla “one shot”. Delizia se si va alla ricerca delle sonorità e dei progetti musicali più particolari…e ce ne sono parecchi!
Una frase da incidere all’ingresso di ogni live club, rivolta agli spettatori.
Entrate tranquilli e non preoccupatevi, il dj non metterà Dark Allies dei Light Asylum.
[Potremmo rimanere ore e ore a chiacchierare, ma lasciamo Mauro con un invito a tutti a partecipare al loro live e ad ascoltarli su Bandcamp!]