#darkinsight – Intervista agli Iamnoone

Visti per l’ultima volta a Colonia in occasione del Cold Transmission Festival 2022, ma già incontrati in terra italiana nel settembre 2021 al DarkInPark, è stato ascoltandoli in auto che mi hanno catturata con le loro atmosfere eteree e sfumate. Ed è stato il loro suono profondo e avvolgente a ispirare l’intervista del marzo del 2021 a Seth e Philippe.

La consueta domanda di presentazione: qual è l’origine del nome della vostra band?

Non esiste un’unica risposta a questa domanda. Ci sono diverse ragioni che ci hanno spinto a definire il nostro progetto musicale: iamnoone. Se dobbiamo però sceglierne una, ci piace in particolare pensare che per creare lasciamo da parte il nostro ego, diventando ‘nessuno’ al cospetto della musica.

Molte band italiane scelgono la lingua inglese per verbalizzare i propri suoni, c’è chi preferisce il tedesco, voi annoverate anche un titolo in latino… la nostra lingua è troppo solare, troppo avvilente o semplicemente poco funzionale?

La lingua italiana è una lingua bellissima e poetica. Volendo rivolgerci però ad un pubblico internazionale, la scelta dell’inglese è stata la più immediata. Mettiamo molto di noi stessi nelle liriche delle canzoni, pertanto, il fatto che possano essere comprese dai più, è di fondamentale importanza per rendere la fruizione del nostro lavoro completa.

A dispetto del nome, per una band è più importante essere conosciuti (dai molti) o riconosciuti (dai buoni)?

Noi speriamo sempre di piacere al maggior numero di persone possibili, ovviamente. Ed essere conosciuti da molti.

Allo stesso tempo crediamo di avere un’identità sonora precisa, una sorta di watermark, di firma nelle nostre sonorità che ci permette di essere riconosciuti dal pubblico più attento.

Synesthesia: chi è il sostantivo e chi l’aggettivo nel vostro duo? Suggeriteci i due brani che vi rappresentano meglio.

Ci piace molto leggere tra le righe: ascoltare gli spazi, toccare i silenzi, annusare le parole, assaporare lo spessore del suono, vedere lo scorrere del ritmo. Siamo entrambi aggettivi. Iamnoone è il sostantivo.

Phil: il mio brano è DVPLEX, dall’Ep omonimo. Sono io che parlo con il mio doppio.

Seth: per me invece è Stranger. Sono sempre rimasto uno straniero se non con chi ha scelto di accogliermi nel suo cuore.

Potete fare un ringraziamento speciale ad una persona speciale.

Invece di una persona speciale vorremmo ringraziare una sorta di entità: la Cold Transmission family. Che non è solo un’etichetta, con i suoi responsabili e le band, ma un gruppo di persone appassionate che ti sostiene e rende le cose un po’ più facili in un periodo come questo.

Un messaggio per tutti gli ascoltatori e musicisti che ci stanno leggendo.

Anche in un periodo oscuro e angosciante come quello che stiamo vivendo ci auguriamo che possiate sempre trovare quello che stai cercando.

Che possiate avere la saggezza per sapere sempre dove si trova il vostro percorso e la forza per seguirlo.

Che possiate amare ed essere amati.

Ci rincontreremo.

Presto.

Dove trovare gli Iamnoone, a parte la sezione #darkinsights? Ma naturalmente su Bandcamp e su tutte le principali piattaforme e social.