Incontriamo Davide Simeon, dei Der Himmel, potentissima band gothic rock originaria dell’estremo Nordest italiano, lì dove il “confine” si respira, si gusta, e si… ascolta.
Dalla citazione cinematografica dell’omonimo film a “Der Himmel”: qual è
la storia del nome della vostra band?
Ottimo domanda…che d’altronde incuriosisce un po’ tutti.
Dhub è un nome impegnativo e sicuramente una scelta coraggiosa se non altro per il fatto che in pochi riescono a pronunciarlo correttamente. Solitamente le band scelgono nomi corti e di facile memorizzazione, ma per noi era più importante spiegare la nostra arte già attraverso il nostro nome.
Una scelta del genere ci riporta anzitutto allo spirito degli anni 80 e, soprattutto, ci porta nella Germania e nella capitale tedesca di quegli anni, vera e propria ispirazione come Joy division, Bauhaus, Spandau Ballet e i nostri Pankow… Successivamente siamo arrivati a un bivio….
Dove appunto i problemi di pronuncia erano notevoli… Soprattutto in Italia… Il cambio di formazione ha coronato in modo esplicito la scelta di dimezzare a Der Himmel il nostro nome.
Ho rintracciato una vecchia intervista di Nikita ai dei giovani Der Himmel über Berlin in procinto di pubblicare il primo album. Non è passata un’eternità, ma di certo (e letteralmente) non “siete più gli stessi”. Com’è cambiata la vostra musica?
No… Non siamo più gli stessi è vero… Abbiamo superato e subito cambi continui… Ma siamo sicuramente maturati… L’intervista a Nikita (gran sostenitore e noi di lui) è di tanto tempo fa.. mi piacerebbe rileggerla. Certo che la nostra musica è migliorata… Siamo collaudati sul palco e in studio di registrazione…. Ma il nostro punto di vista è lo stesso medesimo con qualche accorgimento in più…
Nel film che ha ispirato il nome della vostra band gli angeli rinunciano alla loro condizione privilegiata per assaporare la vita mortale. Come dovrebbe comportarsi un musicista italiano del 2024? Sorvolare su miserie e difficoltà quotidiane?
Siamo nati quando l’estate stava morendo… Il periodo dell’anno più nostalgico e romantico e quello in assoluto che preferisco…
Le nostre canzoni spesso sono nate nel ricordo del passato e della nostra infanzia… Periodi che hanno costruito almeno per alcuni di noi momenti felici fino alla fine di essi… Tema estremamente importante nel film… la prematura e traumatica fine di essi… “quando il bambino era bambino, non sapeva d’essere un bambino. Per lui tutto aveva un’anima. E tutte le anime erano tutt’uno…”
La prospettiva che più può colpirci è appunto quella dei bambini… Solo loro vedono veramente gli angeli, come se avessero una loro unica percezione della realtà che si perde quando il bambino cresce… E la volontà del regista quando il protagonista Damiel decide liberamente di sbarazzarsi della corazza e della sua dimensione angelica e di perdere la sua purezza quasi infantile per cercare
e provare l’amore vero… Aspetto inquietante è che entrambe le realtà costituiscono due aspetti positivi, ma che non possono vivere contemporaneamente.
Gli attuali gruppi…. Senza togliere visibilità a nessuno… Non possono sorvolare su alcuna miseria né difficoltà quotidiana…. Ma viverla appieno… E poi immergersi e raccontarla… Per fare musica… E pochissimi ne sono consapevoli, bisogna imparare a soffrire… Poi sarai degno di tale titolo…
Musica e qualsiasi altra forma d’arte è sofferenza … Nel film la sofferenza è provata da Damiel…
Felice della novità senza pensare a ciò che ha perduto… “io ora so ciò che nessun Angelo sa”… cit
Qual è la fatica più memorabile che avete dovuto affrontare nella vostra carriera e quale la più grande soddisfazione?
In pratica tutto….Essere un musicista emergente coinvolge tutto…. Ma quella più bella e vicina è il post covid… Riuscire a convincere gli Himmel a ritrovarsi dopo anni di fermo è stata la cosa che più ricordo al momento…. E mi emoziona… Poter ricondividere sala prove e palco con persone che rispetto e amo come fratelli… Non si può esprimere…. Morirò quando gli Himmel cesseranno di suonare…. Mentre le soddisfazioni son sempre piovute a bizzeffe ovunque siam stati.
Fare concerti significa anche visitare luoghi e conoscere persone che forse non si
rivedranno più: c’è un posto o una persona incontrata in tour che non potete
dimenticare?
Ovunque siam stati in Italia o all’estero abbiamo incontrato persone stupende e oltremodo affettuose e disponibili in tutto e per tutto.
Promoter, organizzatori, fotografi, fans che ci seguivano anche a distanza di centinaia di chilometri…
Credo di ricordare i loro visi e nomi e un giorno vorrei rincontarli tutti.
Ho cercato di ricostruire la vostra discografia dalla rete, ma non ci sono riuscita! Ci fate un breve recap e, naturalmente, qualche spoiler su eventuali prossime release?
Der himmel ueber Berlin 2011
Lied von kindsein 2012
Live svizzera 2012
Memories never fade 2012
Live shelter 2013
Shadowdancer 2014
Emesys 2015
Amnesia 2017
Chinese voodoo dolls 2019
This glass house / cover Christian Death 2023
Attualmente dopo la reunion stiamo lavorando su un nuovissimo disco … Sarà un EP… Sono già pronte alcune tracce… Già mixate e pronte… A breve il singolo e video, che sarà di altissima qualità visti i professionisti che ci lavoreranno.
Live passati, presenti e futuri. Quali sono i pro e i contro dell’esibirsi in Italia?
Il futuro spaventa soprattutto dopo il primo lock down…. È oscuro, non esistono pro e contro… L’Italia è e sempre sarà una mangiatoia dove i più deboli o emergenti non sono ammessi… Anche se abbiamo nel cuore un pugno di promoter, soprattutto nell’area milanese e veneta… Diciamo che è meglio suonare oltre confine…
Tre dischi, libri o film che portereste su un’isola deserta.
Ipotizzando ironicamente che ci trovassimo su un’isola deserta dove si potesse avere una scorta illimitata di cibo ed alcolici… Ogni genere di conforto per sopravvivere nel lusso e ovviamente corrente elettrica per far funzionare lettori o giradischi… Direi che è impossibile rispondere… Ho troppe canzoni e album legati in modo sentimentale che non potrei assolutamente dimenticare…
Non saprei nemmeno al momento quale canzone vorrei ascoltare prima di morire… Piuttosto posso dire cosa non vorrei portare con me… I Queen… Semmai mi chiedano ed è sempre la solita risposta…. I Queen… Gruppo di notevole fantasiosa bravura tecnica… Ma non mi hanno mai trasmesso nulla se non fastidio… Enfatizzati da un popolo provincialotto con un orecchio mediocre… In egual misura dicasi per cantanti, cantautori e musicisti di grande massa di fan Italiani … Che non dicono assolutamente nulla di niente… Non per questo li odio… Provocano solamente
indifferenza… Anzi in un eventuale naufragio in questo paradiso da sogno pregherei di dimenticare l’esistenza di tali gruppi…
Per quanto riguarda film… Stesso discorso… ma se proprio devo sceglierne solamente uno (E Teeno sarà d’accordo) dico Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese… come libro Buddenbrook Verfall einer Familie… Libro che ho da sempre nel cuore… E quando lo lessi da ragazzino non mi accorsi che era in pratica la mia autobiografia.
Una frase da incidere all’ingresso di ogni live-club (quelli che ancora esistono),
rivolta agli spettatori.
Una frase…. Ci sono centinaia di frasi tratte da poesie canzoni racconti…. Puoi incidere qualsiasi cosa…. Attualmente la gente cammina a testa bassa chinata sul cellulare… Son impegnati a farsi selfie…. Qualsiasi frase sarebbe inutile, non letta… Cmq Produci consuma crepa.