#darkinsight – Intervista ai They Die

Per una delle prime interviste del lockdown non servì guardare troppo distante. Erano geograficamente vicini e artisticamente ansiosi di mostrare al mondo la loro ultima metamorfosi.  Con il progetto They Die, ecco qui tre volti che avrete l’impressione di aver già visto: Simone “Scar” Scarani, Giorgio Ricci e Massimiliano Griggio.

Una domanda a cui non si può sfuggire: qual è l’origine del nome della vostra band?

S: Ciao e grazie, intanto, per averci dato l’occasione di rispondere a questa intervista.

Cercavamo un nome corto e facile, qualcosa che parlasse di morte, non esattamente quella fisica, quella morte interiore che ogni essere umano deve passare prima di una trasformazione o rinascita. Nel nostro caso in quel momento una morte artistica, un progetto che muore, che si esaurisce, e una inaspettata rinascita in un’altra forma rimanendo comunque sempre noi.

Ci siamo resi conto dopo un po’ che avevamo scelto THEY DIE che in effetti poteva avere più significati: la traduzione LORO MUOIONO, ma ascoltando la pronuncia può essere anche DAY DIE, poi noi siamo veneti e non abbiamo potuto non accorgerci che DEI DAI in veneto significa dai su! O anche dita date ….(RIDO)

Un periodo straordinariamente buio (si tratta del gennaio del 2021, ndr). Scrivere e registrare è stato più facile o più difficile del solito?

S: Direi più facile, la pesantezza di questo periodo ha aiutato sicuramente. É un disco sincero perché è venuto di getto, senza nessuna pressione. Devi pensare che ci abbiamo messo un mese per scriverlo ed un altro mese per registrare e masterizzarlo. Il processo è iniziato a metà agosto e finito a metà ottobre 2020.

Immaginiamo un futuro prossimo: quale palco internazionale vorreste che fosse il primo per i They Die?

S: Parlare di palchi in questo momento mette tristezza. Gli artisti in generale si trovano in un limbo di insicurezze e depressione, si chiedono se questa cosa finirà e quando o se sta cambiando qualcosa per sempre. Per rispondere alla tua domanda cercherò di essere positivo, mi andrebbe benissimo il Mera LUNA o il Gothic Treffen ☺

La copia fisica del vostro disco Deviant Love è appena arrivato nelle nostre case: diteci, cosa avete raffigurato di “deviante” in questo album?

S: Di deviante c’è appunto l’amore con cui si può concepire di creare qualcosa completamente fuori dal trend del momento, qualcosa x pochissimi, qualcosa che non ha un ritorno a differenza di tutto quello che si crea in questa era, qualcosa per i pochi che non si fanno ipnotizzare, omologare, assoggettare, qualcosa per quelli che non fanno tendenza….i miei amati DEVIATI.

Potete fare un ringraziamento speciale a una persona speciale.

S: Un ringraziamento speciale va sicuramente a GGROCK il nostro discografico di JETGLOWRECORDINGS che ha capito da subito il potenziale dell’album e del progetto, una persona che conosce veramente nel profondo l’attività artistica di ognuno di noi tre della band fin dagli inizi degli anni 90.

Edit 2024: questi ragazzi non stanno mai fermi. Nel 2022 hanno pubblicato Emptyness Prevails, mentre loro ultima creazione è Black Magic, per l’etichetta indipendente Swiss Dark Nights.

E per seguirli meglio (se riuscite a stare il passo con questi scalmanati):

https://www.youtube.com/channel/UChvtsi9iVQdUM_FQ5VMlO3w

https://jetglowrecordings.bigcartel.com/artist/they-die